Il progetto consiste nella realizzazione di una mappa in cui arte e letteratura si fondono, creando una rete di corrispondenze che costruiscono e percorrono una città immaginaria.
La mappa si sviluppa in una serie di vie, piazze, strade, slarghi, incroci, strade a fondo chiuso, salite, vicoli che richiamano la struttura urbana corrente e che insieme compongono un percorso letterario di racconti brevi. La scelta del nome RAR, adottato da un programma di gestione archivi, deriva dalla modalità di scrittura di questi racconti, che comprimono al loro interno circa 40 tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, da cui sono state selezionate e abbinate oltre 150 citazioni a partire da alcune parole chiave che determinano il nome delle vie. La parola chiave principale che detta la scelta delle successive è suicidio.
La volontà è quella di omaggiare il ruolo centrale dell’analogia in letteratura, capace di legare tra loro opere apparentemente estranee.
La parte grafica di RAR, utilizzando la tecnica del collage, gioca anch’essa con l’analogia e crea una texture di immagini che rispecchia il contenuto delle frasi; lo amplifica ribadendone il senso.
A una lavorazione iniziale in digitale ne segue un’altra manuale, in cui l’associazione di illustrazioni e fotografie ribadisce il carattere primitivo e fondante dell’analogia nei processi creativi tutti.
La mappa è resa in 8 tavole singole che racchiudono ciascuna uno o più percorsi di lettura; come una voce guida attraversano una città sconosciuta, che si costruisce attraverso le parole.