Paola Bisio riflette pertanto sul concetto di “Sacro”, sempre più assente nella società e nella cultura contemporanea e, in particolare, sulla ridotta sacralità concessa al corpo e alla psiche femminile. Così facendo riproduce i simboli preistorici tratti dai reperti archeologici e fornisce loro una valenza artistica più vicina al nostro concetto di arte ma che non ne snatura la forza intrinseca di archetipo capace di evocare, in un dialogo maieutico, profonde relazioni con il nostro inconscio.
Utilizzando materiali significativi e naturali, come argilla, sabbia, iuta, ferro, tela uniti a materiali attuali come plexiglass e vernici, l’artista recupera la forza degli elementi simbolici di epoca preistorica, richiamando le radici femminili alla base della nostra cultura e società.
In questo tema, che impegna l’artista dal 1998, si può ben cogliere il filo conduttore che accomuna tutta la produzione artistica di Paola Bisio. Spesso ispirata a testi letterari come “La tempesta” di Shakespeare, “Il drago” di Evgenij Schwarz, “L’amante della Cina del nord” di Marguerite Duras, “La storia infinita” di Michael Ende, “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés, Paola Bisio esprime attraverso una pittura non figurativa, i sentimenti e le sensazioni suggerite dalla parola scritta.